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Chiesa di Santa Maria de Lama

  • Salerno SA, Italia
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Luoghi religiosi
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La Chiesa di Santa Maria de Lama è una delle più antiche chiese di Salerno edificata, in un primo momento come una cappella privata di alcuni nobili, quando la città era nel pieno della dominazione longobarda, vale a dire tra il X e l'XI secolo. Il nome de Lama è dovuto al torrente che scorre ancora adesso davanti all'edificio sotto il livello stradale. Inizialmente la chiesa doveva essere costruita su un preesistente edificio romano del II secolo, di cui rimangono alcune murature in opus reticulatum, e doveva presentare una pianta quadrata e un ingresso rivolto a sud: ciò che rimane di questo primo periodo è l'attuale cripta, in cui sono ancora visibili i resti di alcuni affreschi di fattura beneventana. A causa di un evento naturale, molto probabilmente di un terremoto o un' inondazione, nel XIII secolo la chiesa fu restaurata radicalmente infatti furono demolite le volte e sul precedente edificio, che divenne così cripta fu costruita la chiesa attuale, con la pianta rivolta ad ovest. La chiesa nuova fu decorata con affreschi. Probabilmente i pavimenti dovevano essere decorati con mosaici cosmateschi simili a quelli ancora esistenti nella Cattedrale. Dopo circa un secolo, la cripta cessò le sue funzioni, fu sigillata e divenne un sepolcreto, in cui i corpi venivano gettati da una botola creata appositamente nel pavimento. La chiesa superiore nel XVII secolo assunse la nuova denominazione di "Sant'Alfonso ai gradoni" e fu restaurata in stile barocco. Nella metà del 900 la chiesa fu chiusa cadendo in rovina e finendo diroccata a causa di vari eventi naturali, quali il sisma del 1980. Solo nel 1991 sono cominciati i lavori di restauro che hanno portato alla sua riapertura nel 1996. Purtroppo oggi gli affreschi della cripta appaiono assai danneggiati sia per le infiltrazioni d'acqua (il torrente Lama, sotterraneo, scorre proprio lungo la parete dell'edificio), sia per il cambiamento climatico; ma risultano visibili affreschi come quello di Santa Radegonda e quello accanto di S.Bartolomeo è ritratto nel momento in cui benedice con la mano destra unendo pollice e mignolo, mentre la sinistra regge un volume dalla copertina riccamente decorata. Il viso è concentrato in una espressione ascetica, incorniciato dalla barba bianca e dalla folta capigliatura.

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