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Benevento e l'Egitto

  • Corso Giuseppe Garibaldi, 82100 Benevento BN, Italia
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Arte, Teatri e Musei
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Description

Le opere conservate nel suolo della città,all'interno del Museo dal Arcos (palazzo del Governo) sono state ritrovate per la maggior parte nel 1903, durante gli scavi condotti sotto la porzione settentrionale delle mura longobarde, presso la chiesa di Sant'Agostino.Conservate per la maggior parte nel Museo del Sannio, consistono in una coppia di obelischi di granito egiziano con iscrizioni geroglifiche (di cui uno esposto in Piazza Papiniano, l'altro mutilo); in ventuno sculture di materiale, di stile e di provenienza egizia.Si hanno, poi, quattro statue egiziane di materiale egizio e di conio egizio ellenistico ed, ancora, tre frammenti di bassorilievi di marmo con rappresentazioni in puro stile egiziano. Per concludere, meritano importante menzione le quattro singolari opere marmoree di stile ellenistico-romano, di cui una (frammento di una statuetta di Iside sul trono) in una proprietà privata della città, e tre conservate nel Museo Barracco in Roma (due sfingi di prima età tolemaica e una sfinge di epoca tarda). Senza voler dimenticare il ‘Bue Apis’ di cui è, tuttavia, dubbia l’ attribuzione. Ma sullo sfondo del legame egitto– sannita rimane il culto della dea Iside. Esso si sviluppò in maniera preponderante nell'88 d.C. sotto l'imperatore Domiziano. Preziosa testimonianza di esso si rinviene nell’ obelisco di granito rosso di Siene sito, a partire dal 1872, in Piazza Papiniano. Ancor prima era collocato in Piazza Duomo (sin dal 1597). L'obelisco è alto circa 3 m e pesa 2,5 t. È costituito da 4 segmenti, riassemblati senza lacune importanti: mancano soltanto piccole parti della base e della piramide sommitale. Le quattro facce sono coperte di geroglifici nei quali si riconoscono il cartiglio di Domiziano e il nome del fondatore del tempio, un certo Lucilius Lupus. Le iscrizioni sono tradotte in latino e in greco sulla base. Tali iscrizioni, secondo la traduzione dello Schiaparelli ,suonano così. Sulla prima faccia si apprezza: "Ra Oro il giovane che abbatte (i popoli barbari) - Oro, vittorioso ricco di anni, il grande della vittoria, Autocrator Caesar, re dell'alto e basso Egitto (del sud e del nord) Domitianus, vivente in eterno, fece portare dai due monti di granito rosso (di Siena) e venire verso la sua dimora di Roma che governa i due mondi" . Sulla seconda di esse : "Per Iside, madre divina, astro del mattino, regina degli dei, signora del cielo, nel tempio (?) che egli eresse a lei (fece portare e venire) questo monumento (questo obelisco), fra gli dei - della sua città - di Beneventus (Benevento), ordinò di portare (l'obelisco) il sovrano dei due mondi Domitianus - vivente in eterno; il nominato Lucillius Ruphus fece innalzare l'obelisco con gioia". Sulla terza: "L'anno ottavo, sotto la maestà dell'Oro, Toroforte, re dell' alto e basso Egitto (del nord e del sud) l'astro amato da tutti gli dei, figlio del sole, signore dei diademi delle due regioni - Domitianus vivente in eterno, costruì un degno edificio ad Iside, la gran signora di Beneventus (Benevento) ed agli dei del suo cielo Lucilius Ruphinus. Ordinò di portare il signore dei due mondi." Ed infine, sull’ ultima di queste: "Per Iside la grande madre divina, occhio del sole, questo monumento fra gli dei della sua città di Beneventus (Benevento), signora del cielo, sovrana degli dei tutti, figlia del sole. Ordinò di portarlo il signore dei diademi Domitianus vivente in eterno, il nominato Lucilius Rup(h)ius pose. Bonum felix faustumque sit." Percorrendo, poi, le sale della chiesa di santa Sofia, ci si imbatte nella Sala di Iside, ovvero nella sezione dedicata alle antichità egizie. Nella sala è conservato l’arredo sacro appartenuto al tempio della dea. Il tempio della dea, appunto. L' antica ubicazione di esso permane misteriosa. Poiché la maggior parte dei reperti è venuta alla luce nella zona del Duomo, tuttavia, si potrebbe ipotizzare che fosse proprio quello il sito più certo. Ma, probabilmente, vi erano almeno altri tre templi in città: un santuario antico, uno di Osiride e delle costruzioni posteriori. Ma Iside è molto di più: può essere considerata, addirittura, l'antenata delle “streghe”. Non a caso era chiamata anche la “Ricca di Misteri”. La statua del Bue Apis (che si trova all’inizio del Viale San Lorenzo, sul lato destro.), a lei dedicato, reca sul fianco la falce della Luna al cui chiarore volavano, secondo la leggenda, le streghe di Benevento.Regina della magia e dell'occulto, dunque, che si rivela in tutto il suo mistero, ma anche madre affettuosa e donna di infinità pietà. Per continuare sulla scia isiaca, si rammenti un fortunoso rinvenimento risalente al 1903, che portò alla luce un altare proprio a lei dedicato. Alla sommità era scolpito un serpente attorcigliato (una vipera d'oro), lo stesso animale che i Longobardi adorarono quando arrivarono a Benevento. Ma non è finita qui:A due km. circa dal centro abitato di Sant'Agata dei Goti si staglia la collinetta detta 'Ariella' , da sempre fonte di curiosità per le fattezze nettamente simil-piramidali che la decontestualizzano dall' ambiente circostante puntellato, invece, da forme morbide e rotondeggianti. ‘Zoomando' con l’ applicazione Google Earth ad un' altezza di 1.200 mt., si ottiene un' immagine che mette in evidenza in modo nitido le diverse facce della 'piramide', esaltate dalla differente refrazione della luce sui vari lati.Per taluni, la formazione presenterebbe tali sembianze solo per prodigio della natura. Altri, invece, chiamano addirittura in causa extraterrestri e navicelle spaziali. Ma vi è anche chi ritiene che sotto un superficiale strato di terra e detriti ci sia effettivamente un qualcosa che è frutto dell' opera umana. Formazioni molto simili a quelle di Sant' Agata dei Goti si rinvengono a Visoko, in Bosnia Erzegovina. Detto questo, se proprio vogliamo, sempre a titolo teorico, continuare ad ipotizzare che la collinetta 'Ariella' sia in realtà opera umana, è verosimile che la sua collocazione temporale sia molto precedente alla stessa civiltà romana, da alcuni 'sospettata' di esserne l' autrice. Il motivo è semplice: Saticula, già allora crocevia importante dei traffici romani, era ben descritta dalle fonti: la costruzione da parte dei romani di una piramide in stile egizio avrebbe trovato grande riscontro nelle penne del tempo. Ma cio' non vuol dire che essa non sia stata conosciuta dai Romani. Questo potrebbe spiegare le scelte di Domiziano, imperatore dall' 81 al 96 dopo Cristo che, seguace del culto di Iside, fece edificare in suo onore un tempio, oggi scomparso. Il punto interessante è che lo fece erigere a Benevento. Perché, lui che era nativo di Roma e che li sviluppò la sua carriera politica, concentrò il culto proprio a Benevento?Aveva visto, forse,la 'piramide' di Sant' Agata dei Goti?

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