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Chiesa di S. Maria del Castello

  • 87012 Castrovillari CS, Italia
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Luoghi religiosi
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Description

Le origini del Santuario di Santa Maria del Castello si perdono in tempi lontani, tra leggenda e storia. La tradizione narra che nel 1090 il conte Ruggero, fratello di Roberto il Guiscardo, volendo tenere a freno i tentativi di ribellione degli abitanti castrovillaresi, già insorti nel 1073 con Guglielmo Arenga, decise di erigere un castello sulla sommità del colle dell’antica città. I muri costruiti di giorno crollavano misteriosamente nel corso della notte, per cui Ruggero decise di far scavare più in profondità tutto il terreno circostante. Durante i lavori, si rinvenne un pezzo di muro sul quale era affrescata l’immagine della Vergine con il Bambino, che reca ancora i segni del piccone che la scalfì. Si gridò al miracolo e Ruggero fu costretto ad accontentare il desiderio del popolo di costruire sul luogo una chiesa nota, appunto, come Madonna del Castello. Questo racconto fu inciso su una lapide marmorea settecentesca posta in cornu epistolae dell’altare dove si trova la sacra immagine. Alla leggenda si ispira anche un affresco, piuttosto danneggiato, con la Madonna ed il Bambino in trono a cui piedi è inginocchiato il conte Ruggero, conservato nella cripta, racchiuso tra due monofore protogotiche di influsso normanno. In realtà, la storia delle origini della chiesa è ancora avvolta nel mistero e la fonte scritta che la ricorda per la prima volta è un contratto notarile dell’anno 1287. Al periodo normanno risale la cripta con il loggiato soprastante, sorretta da imponenti contrafforti costruiti con blocchi in pietra squadrata. Nel loggiato si apre l’ingresso principale, ornato da un arco di portale romanico, un tempo collocati sul lato opposto della chiesa. I lavori di riattamento, conclusi nel 1769 per opera del parroco Vito Chiaromonte, portarono, infatti, all’inversione dell’orientamento dell’edificio. Sulla facciata dell’attuale entrata del Santuario si apre un bel portale a sesto acuto, in pietra, di chiaro stile gotico, derivante dagli influssi dell’arte cistercense diffusasi in Val di Crati tra il XIII ed il XIV secolo. Sopra di esso si conserva una preziosa formella marmorea del XIV secolo, che riproduce la Madonna col Bambino al centro e, in alto, il Padre Eterno, attribuita allo scultore senese Tino di Camaino. Ai lavori di abbellimento della chiesa, avvenuti nel XIV secolo, risalgono i frammenti di affreschi parietali raffiguranti il Cristo Redentore benedicente con la mano destra e con la sinistra poggiante su un libro recante l’iscrizione Ego sum Lux mundi, e un santo Apostolo, ben visibili sul muro che fiancheggia la piccola scala che conduce alla cantoria. Il campanile, dalla possente base romanica, si innalza sull’antica torre del castello, crollata probabilmente dopo il devastante terremoto del 1693, in seguito al quale la chiesa fu ridotta a croce latina e ricoperta dalla coltre in stile barocco, che oggi mostra, con la volta al posto del soffitto ligneo, con i grandi e imponenti pilastri, con le cappelle e i pregevoli stucchi. All’interno, nella navata centrale, sistemato nella vasta abside quadrata, è il bellissimo coro ligneo tardo-rinascimentale, assegnabile alla bottega del moranese Giovan Pietro Cerchiaro e altri manufatti artistici di grande valore dei secc. XVII e XVIII. Le navate laterali hanno termine in due grandi cappelle decorate da balaustre di botteghe napoletane del XVIII secolo. Vi si trovano splendidi marmi policromi intarsiati e significative opere d’arte tra cui due tavole cinquecentesche di Pietro Negroni, e le tele del pittore mormannese Genesio Galtieri, attivo nella seconda metà del ‘700. Di notevole importanza storico-artistica e religiosa è il veneratissimo affresco raffigurante la sacra immagine della Madonna del Castello con il Bambino, risalente al XIII secolo.

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