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Tursi

  • 75028 Tursi MT, Italia
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Il suo territorio comprende una zona interna collinare, caratterizzata dalla presenza di oliveti che si alternano alle zone a calanchi e ai boschi, e una zona pianeggiante e fertile versi il mare, dove è molto sviluppata la coltura delle arance. Il nome del paese si fa derivare da Turcico, dal nome del suo probabile fondatore, trasformato in Tursikon e poi in Tursi, oppure da turris, con chiaro riferimento alla torre del castello. L'origine di Tursi è sicuramente molto antica. L'opinione più comune è che Tursi abbia avuto origine intorno ad un castello, costruito dai Goti verso il quarto o il quinto secolo, ad opera dei fuggiaschi della vicina Anglona, distrutta dagli stessi Goti. Un villaggio agricolo esisteva già in epoca romana, come è dimostrato dai continui rinvenimenti di tombe e monete. Il primo nucleo abitativo, sorto attorno al castello, con l'arrivo degli Arabi, che ne fecero una roccaforte per il controllo della costa Jonica, prese il nome di Rabatana. Verso l'anno Mille, Tursi aveva già una fisionomia di città popolata ed importante, sia per la sua posizione strategica che per la fertilità del suo territorio, tanto che i Bizantini la prescelsero come sede di uno dei tre Themi in cui divisero l'Italia meridionale: Thema di Longobardia con capoluogo Bari, Thema di Calabria con capoluogo Reggio Calabria e Thema di Lucania con capoluogo Tursikon (Tursi). Del X secolo è anche l'istituzione della sua cattedra vescovile. Successivamente sotto Normanni, Svevi e Angioini, Tursi continuò la sua crescita demografica. A metà del '500 Tursi raggiunse l'apice della sua crescita: contava, infatti, 10.800 abitanti e 40 dottori in legge, ed era la città più popolata della Basilicata, con una fiorente attività commerciale e agricola. Nel 1594 il feudo di Tursi pervenne a Carlo Doria, il quale, in onore della città di cui era feudatario, volle che la sua dimora di Genova, oggi sede dell'Amministrazione Comunale, si chiamasse "Palazzo Tursi". Tursi fu anche capoluogo di Basilicata nel 1642 e nel secolo successivo uno dei quattro ripartimenti in cui venne divisa la Regione. Verso la fine del XVII secolo iniziò un lento ma inarrestabile calo demografico, dovuto soprattutto alla peste che infuriò in tutto il Regno di Napoli e che nella sola Tursi fece contare circa 3.000 morti. Il Comune di Tursi, secondo la statistica murattiana, fu inoltre uno dei più colpiti dalla malaria, anche per la vicinanza della pianura del Metapontino. Verso la fine del '700 e per tutto il secolo successivo divenne importante per l'economia di questo centro la coltura del cotone, che generò anche una pur modesta attività commerciale. A partire dal 1870 conobbe il massiccio fenomeno dell'emigrazione. Da questa data e fino al 1911 ben 1.905 tursitani lasciarono la propria terra diretti verso le Americhe. Un altro esodo migratorio avvenne nel secondo dopoguerra. Tursi ha dato i natali al poeta Albino Pierro, nato a Tursi nel 1916 e morto a Roma nel 1995, più volte candidato al premio NOBEL per la letteratura. Le sue poesie in dialetto tursitano raffigurano la primigenia anima lucana ed hanno come tema dominante il mondo autobiografico della fanciullezza.

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