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Torre degli asinelli

  • Piazza di Porta Ravegnana, Bologna, Italia
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Description

La leggenda racconta che...c’era una volta un muratore molto povero che possedeva due asinelli, i quali gli servivano per portare avanti la sua attività. Un giorno, mentre era intento a scavare le fondamenta di una casa, trovò un tesoro. Il muratore decise di non rivelare a nessuno la sua scoperta, per paura che gli portassero via il denaro. Perciò continuò a vivere sempre da povero. Un giorno il figlio del muratore si innamorò della figlia del Comandante della Piazza, il quale non voleva dare la figlia in sposa ad un uomo così povero. Perciò decise di proporre una sorta di sfida per farlo desistere dal suo intento. Gli avrebbe permesso di sposare la figlia, se fosse riuscito a costruire una torre che superasse in altezza tutte le altre della città. Il figlio del muratore, grazie al tesoro che il padre aveva trovato, riuscì a costruire la torre e così riuscì a sposare la fanciulla amata. La Torre Asinelli fu eretta nel 1119 da Gherardo Asinelli, un nobile di fazione ghibellina, è alta 97,20 metri, all'interno ha una scala composta da 498 gradini, pende verso Ovest per 2,32 metri. Corridoio Visconteo Nel XII secolo il comune l'acquistò dai suoi proprietari per destinarla a fini militari, a prigione e appoggio ai gabbioni in cui venivano rinchiusi i condannati alla berlina. Nella seconda metà del '300, durante il decennio di dominazione dei Visconti, la torre venne trasformata in fortilizio. Intorno alla torre fù relizzata una costruzione in legno, posta a trenta metri da terra e unita alla attigua Garisenda da un passaggio aereo dal quale era possibile dominare la città e il "Mercato di Mezzo", centro commerciale e possibile fulcro di sommosse. Questa incastellatura lignea fu distrutta da un incendio nel 1398. Nel 1448 (secondo altri nel 1403), fu costruita alla base una rocchetta merlata in muratura fornita di portici in sostituzione di preesistenti strutture lignee che fu utilizzata dapprima come carcere poi come alloggio per i soldati di guardia Oggi gli archi del portico della rocchetta sono state chiusi con vetrine per alloggiare alcune botteghe di artigiani a ricordo della funzione di centro commerciale del medioevale «Mercato di Mezzo». Mi ricordo che nel primo dopo guerra, allo stesso posto, vi era un negozio di mobili che fu chiuso per poter restituire alla torre l'aspetto originale con il portico praticabile. Opinioni che cambiano col tempo! Come era effettivamente la rocchetta? Sono vari gli episodi curiosi che le cronache di Bologna ci tramandano sulla torre. Nel 1513, durante alcuni festeggiamenti, una palla di cannone da otto libre, sparata allegramente da porta Maggiore, colpì la torre senza arrecare fortunatamente gravi danni. Le offese maggiori alle antiche strutture furono arrecate dai fulmini, infatti solo nel 1824 l'edificio fù munito di parafulmine, fino ad allora la protezione dagli eventi atmosferici era affidata san Michele Arcangelo raffigurato in un bassoriliervo. Come venivano costruite le torri: Otto secoli fa la costruzione di una torre durava dai tre ai dieci anni. La sezione di base non superava, di norma, i dieci metri mentre le altre dimensioni erano stabilite in base all'altezza. Allora non si eseguiva un progetto vero e proprio come lo intendiamo ora, ma si procedeva alla stesura di semplici istruzioni facilmente comprensibili sia dai committenti che dagli esecutori. Curioso ed antico era il sistema utilizzato per disegnare al suolo il perimetro per lo scavo: il mastro costruttore aveva tre cordicelle con nodi posti a multipli di tre, quattro e cinque, ad esempio 15, 20 e 25 piedi (un piede bolognese corrisponde a 38,0098 cm); queste corde, poste sul terreno, formano un triangolo rettangolo e quindi, spostandole opportunamente, un quadrato. Si effettuava quindi lo scavo fino a raggiungere uno strato d'argilla abbastanza solido per reggere il peso della torre, di norma a circa sei metri di profondità, quindi si procedeva a compattare il terreno inserendovi, a colpi di mazza, tronchi di rovere lunghi circa due metri. Poi si realizzavano le fondazioni con un mega impasto di calce, sassi, ghiaia e sabbia per uno spessore di circa 15 piedi dopo di che si provvedeva alla realizzazione della base con blocchi di selenite ben squadrati e sovrapposti gli uni agli altri. Quindi si iniziava la costruzione vera e propria con la tecnica della muratura a sacco ovvero si erigevano due muri in mattoni, uno interno molto più spesso e uno esterno, uniti con nervature pure in mattoni, e si riempivano le intercapedini con un impasto di malta di calce, sassi e sabbia. Ogni 18 - 20 mani di mattoni venivano lasciati nella parete tre o quattro fori che servivano da ancoraggio per l'impalcature necessarie per il proseguimento dell'opera (detti fori sono ancora esistenti). Man mano che si saliva la parete interna veniva assottigliata sia per alleggerire la struttura che per creare i punti di appoggio per i vari piani, in oltre il vano utile interno aumentava. L'ultimo tratto era in soli mattoni.

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