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Sabbioneta

  • 46018 Sabbioneta MN, Italia
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Sabbioneta, che si trova a 30 chilometri da Mantova, rappresenta l'attuazione delle teorie di pianificazione urbanistica della "città ideale". Sabbioneta è stata realizzata nella seconda metà del Sedicesimo secolo sotto il dominio di Vespasiano Gozaga Colonna, e si è sviluppata seconda una griglia ortogonale. Città fortezza detta anche la piccola Atene, assieme a Mantova nel 2008 è stata dichiarata dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. È inserito tra I borghi più belli d'Italia ed è stata premiata con la bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Già possesso dell'Abbazia di Leno, nel 1444 passò al ramo cadetto dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo. Vanta una notevole importanza storica per essere stata fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna tra il 1554 e il 1591 e fu la capitale dell'omonimo Ducato. Vespasiano seppe costruire una delle più belle cittadine del Rinascimento italiano, instaurando un ordinamento civile e militare. La dotò di un'accademia, un museo, una biblioteca e di una zecca. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1591, una lunga vicenda successoria smembrò il ducato, che nel 1708 venne incorporato nel Ducato di Guastalla. Nel 1746 Sabbioneta passò alla Casa d'Austria. Nel 1806 Napoleone riunì Sabbioneta e Guastalla in un solo principato. Il Ducato di Sabbioneta fu un antico Stato italiano di origine comitale limitato all'odierno comune di Sabbioneta, sorto per nomina imperiale nel 1577 e governato inizialmente da Vespasiano Gonzaga. Confinava ad ovest con il ducato di Milano, retto dal 1535 da un governatore spagnolo; a sud, oltre il Po, con il ducato di Parma e Piacenza amministrato dai Farnese, a nord-est con il ducato di Mantova dominato dai Gonzaga, ma da essi autonomo. Vespasiano tra il 1554 e il 1556 iniziò la trasformazione dell'antico borgo in una piazzaforte militare, fortificandola con mura e curandone lo sviluppo urbano: fece erigere palazzi, chiese e altri monumenti di valore artistico. Il decreto imperiale gli riconosceva il diritto di battere moneta e, probabilmente nei locali del vecchio castello, il duca fissò la sede della zecca che incominciò l'attività nel 1562. Il 18 novembre 1577 l’imperatore Rodolfo II concesse a Vespasiano l’elevazione di Sabbioneta a ducato indipendente. Il 26 febbraio 1591 Vespasiano morì e Isabella, sua unica figlia sopravvissuta, gli succedette nel governo del ducato. La duchessa, però, si curò poco del feudo (nominò un vicario), facendo trasferire a Milano e a Napoli, dove dimorava abitualmente, i preziosi arredi ed oggetti raccolti dal padre. Tra il 1630 ed il 1637 scomparvero sia Isabella che il marito Luigi Carafa della Stadera lasciando la cittadella di Sabbioneta (senza titolo ducale) alla nipote Anna Carafa della Stadera, alla quale subentrò, nel 1644, l'erede Nicola María de Guzmán Carafa, ultimo discendente di Vespasiano Gonzaga, il quale la resse fino al 1689. Il territorio sabbionetano passò al governatorato spagnolo di Milano che, nel 1693, lo vendette al genovese Francesco Maria Spinola. Nel 1703, infine, Sabbioneta fu ceduta ai Gonzaga di Guastalla che la incorporarono nel loro "Stato" fino al 1746 con Giuseppe Maria Gonzaga. Nel 1747 il ducato di Guastalla fu annesso dagli Asburgo d'Austria al Sacro Romano Impero. Comunità ebraica Il 22 luglio 1436 è la data di nascita della comunità ebraica sabbionetana, che raggiunse fasi di notevole sviluppo nei cinquecento anni della sua permanenza nella città ducale, fino a quando i suoi componenti si trasferirono via via nelle grandi citta, in particolare a Milano. Bonaiuto e Bonaventura da Pisa furono i primi due ebrei autorizzati, in quel lontano 22 luglio, ad aprire un banco di prestito a Sabbioneta, per volere di Gianfrancesco Gonzaga. Qui i componenti della comunità si dedicarono, oltre che ad attività finanziarie, alla stamperia, la quale nel 1554 diede alla luce l'ultima stampa italiana del Talmud. Fra le famiglie ebraiche di Sabbioneta spiccarono soprattutto i Forti e i Foà; a quest'ultima famiglia appartiene il famoso attore Arnoldo Foà recentemente scomparso, ma anche il medico Pio Foà precursore della lotta alla tubercolosi e al cancro, che fu Senatore del regno d'Italia. Gli ebrei sabbionetani non ebbero mai un ghetto, poiché il Duca Vespasiano Gonzaga impose loro di vivere frammisti agli abitanti cattolici. La comunità ebbe in successione almeno tre sinagoghe; l'attuale fu l'ultima, consacrata nel 1824. Caduta in abbandono nel Novecento fu restaurata negli ultimi decenni del medesimo secolo, e parzialmente riarredata con donazioni della comunità ebraica di Mantova. Il cimitero ebraico, collocato fuori città a Borgofreddo, conta 49 lapidi; caduto pure in abbandono, è stato restaurato ed è ora visitabile su richiesta alla Pro loco di Sabbioneta, che ne ha in carico la conservazione e la manutenzione. L'ultima inumazione porta sulla lapide la data del 1937, e riguarda un Forti emigrato a Milano, che tuttavia volle tornare da morto nella sua terra natale. Il volume “Il giardino degli ebrei, cimiteri ebraici del mantovano”, edito nel 2008 dalla casa editrice Giunti di Firenze, dedica spazio al cimitero sabbionetano e ne trascrive tutte le iscrizioni funebri. I periodi migliori per visitarla sono forse quello ad inizio ottobre, quando le prime nebbie avvolgono tutti i monumenti della "città ideale" e in inverno, con pochi turisti, quando sembra di tornare al tempo di Vespasiano Gonzaga.

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