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Santa Maria sopra Minerva

  • Piazza della Minerva, 42, 00186 Roma, Italia
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Luoghi religiosi
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Description

Su tutta l'area su cui attualmente insiste la basilica di Santa Maria sopra Minerva e l'annesso convento, sorgevano tre templi dell'antica Roma: il Minervium, di origine domizianea eretto in onore di Minerva Calcidica, l'Isèum dedicato a Iside, e il Serapèum dedicato a Serapide. Proprio sulle rovine dell'antico Fanum Minervae (dedicato da Gneo Pompeo a Minerva Chalcidica, la cui statua oggi è in Vaticano), fu edificato nell'ottavo secolo un piccolo oratorio dedicato alla Vergine, subito denominato Minervum, che venne donato da papa Zaccaria alle monache basiliane fuggite da Costantinopoli per le persecuzioni degli Iconoclasti. E' molto probabile che questo primitivo edificio di culto si trovasse in corrispondenza del braccio di sinistra del transetto di quella che sarebbe stata, cinque secoli più tardi, la grande chiesa domenicana. Nel 1280, come testimonia una lettera del 24 giugno del pontefice Niccolò III ai senatori Giovanni Colonna e Pandolfo Savelli, ebbe inizio la costruzione della grandiosa chiesa gotica a tre navate, probabilmente su disegno dei domenicani fra' Sisto Fiorentino e fra' Ristoro da Campi (gli stessi che edificarono Santa Maria Novella a Firenze). Negli anni successivi anche il pontefice Bonifacio VIII promosse il progetto, elargendo nel 1295 una ingente somma di denaro, seguito da numerosi fedeli con i propri lasciti testamentari. La seconda metà del XVI secolo vide l'avvio di una grande espansione e trasformazione dell'intero complesso minervitano che era ormai divenuto la sede delle alte gerarchie dell'ordine. Nel 1600, in seguito al rifacimento delle cappelle del transetto, alla costruzione o ricostruzione delle laterali, alla riduzione a tutto sesto degli archi delle navate mediante soprastrutture in legno e stucchi, la chiesa assunse un aspetto prevalentemente barocco e molte furono le famiglie gentilizie che promossero il rinnovamento delle proprie cappelle, commissionando lavori a Bernini, Baciccia, Rainaldi e altri importanti esponenti del barocco romano. Va ricordato che l'11 luglio 1667, sulla piazza antistante, verrà innalzato il monumento dell' elefantino, disegnato dal Bernini ed eseguito da Ercole Ferrata, divenuto subito simbolo caratteristico di Piazza della Minerva e ormai parte integrante della visione d'insieme dalla chiesa. Come già detto, nel secolo XVIII, per volontà di Benedetto XIII e con i progetti degli architetti Raguzzini e Marchionni, si procedette alla decorazione della facciata e il carattere barocco di tutto l'edificio venne così accentuato. Nel 1808, con l'occupazione napoleonica della città e la soppressione delle corporazioni religiose, oltre duemila soldati si acquartierarono nel convento, così, quando nel 1814 i domenicani rientrarono in possesso della loro sede, dovettero avviare una serie di lavori per porre rimedio ai danni causati dalle truppe e in questo clima maturò l'idea di un restauro integrale della chiesa. A partire dal 2 gennaio 1824 l'architetto domenicano fra' Girolamo Bianchedi ricondusse l'edificio a linee più essenziali eliminando le impalcature barocche dalle arcate laterali e spostando dalla grande navata centrale a quelle laterali i tanti monumenti sepolcrali che la affollavano; il tempio venne riaperto al culto il 3 agosto 1855, per celebrare la festa del Patriarca San Domenico. Nonostante le tortuose vicende storiche, di cui l'edificio porta ancora segni visibili, la basilica è l'unico esempio di chiesa gotico medievale nella città di Roma. In Santa Maria sopra Minerva sono contenute moltissime opere d'arte. Bellissima la tomba di Santa Caterina da Siena, magistralmente restaurata nell'anno giubilare 2000 quando la scultura è stata liberata dai colori a olio che nell'Ottocento l'avevano trasformata in una statua di cera e ha ripreso il bianco del marmo del Quattrocento, del più illustre di tutti gli artisti domenicani, il pittore fra' Giovanni da Fiesole, detto il Beato Angelico, Altrettante sono le opere d'arte conservate nella chiesa: il "Cristo risorto" di Michelangelo, del 1519-1520,;la cappella Carafa, capolavoro di Filippino Lippi, che negli affreschi delle pareti e nella stupenda tavola sull'altare ha profuso il meglio della sua grande arte; Dietro la Sacrestia è la suggestiva "Stanza di S. Caterina", ricostruita nel 1637 con le mura stesse della camera ove morì in via di S. Chiara, con affreschi assai danneggiati della scuola di Antoniazzo Romano. Degna di nota è la Cappella Carafa, che venne fatta costruire e splendidamente decorare tra il 1489 e il 1492 dal Cardinale napoletano Oliviero Carafa in onore di San Tommaso d'Aquino. Nelle pareti interne si trova lo splendido ciclo affrescato di Filippino Lippi che, recentemente restaurato, è considerato uno dei più ricchi complessi pittorici del tardo quattrocento a Roma.

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