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Cattedrale di Santa Maria Assunta e San ...

  • Largo Duomo, 85011 Acerenza PZ, Italia
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Luoghi religiosi
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Description

L'attuale cattedrale viene edificata tra l'XI ed il XIII secolo sui resti di una precedente chiesa paleocristiana, che a sua volta fu eretta su ciò che rimaneva di un antico tempio d'epoca romana dedicato ad Ercole Acheruntino. Nel 1281 la chiesa viene parzialmente ricostruita in forme romanico - gotiche, con un peribolo a tre absidi divergenti come in altre chiese del Mezzogiorno e dell'Italia centrale e una facciata con tre portali. Nel 1456 la cattedrale romanica subisce gravi danni a causa di un terremoto; inoltre, a causa di una lunga serie di arcivescovi non residenziali, l'edificio cade in stato di abbandono. Solo nel 1524, per volere dei conti Ferrillo di Acerenza, inizia il restauro completo della chiesa. Alla facciata, ricoperta con un muro a piccole bozze, vengono aggiunti due campanili a pianta quadrata, uno in corrispondenza del portale di destra, l'altro in corrispondenza del portale di sinistra che, però, va perduto. Nello stesso anno si riconsacra la cripta. Nel 1555 il maestro Pietro di Muro Lucano rimaneggia in stile rinascimentale il campanile destro, come attestano l'iscrizione murata nella torre: « Ioannes Michael Saracenus SS R E Presb. Card. Archiep. Acherentin. erexit. MDLV » e, sotto la prima monofora, il nome ancora leggibile mastro Pietro di Muro Lucano. Dopo il terremoto del 1921 viene sostituita la cupola del campanile con una terrazza mentre nel 1934 viene ricostruita la cupola della cattedrale perché il terremoto del 1930 ha lesionato gravemente la cupola cilindrica originaria. Con lo stesso restauro all'interno vengono eliminate le aggiunte barocche. Nel 1954 papa Pio XII eleva la cattedrale alla dignità di basilica minore. La cattedrale, lunga 69 metri e larga 23 è a croce latina a tre navate suddivise da 10 pilastri con soffitto a capriate; all'ingresso sulla destra è sita la porta di accesso al campanile con scala a chiocciola in pietra che, al primo livello, si collega con la cantoria che sormonta l'ingresso; percorrendo la navata destra si nota la porta della sacrestia, poi si entra nel transetto che presenta ai suoi estremi due cappelle semicircolari. In quella di destra, di notevole valore storico-artistico è il grande polittico, opera di Antonio Stabile del 1583; esso raffigura la Madonna del Rosario con san Tommaso d'Aquino e 15 storie della vita della Vergine e di Gesù; attorno al quadro centrale si dipanano le 15 formelle ove sono rappresentati i 15 misteri del rosario e due colonne tortili in legno dorato che sorreggono il timpano nel quale è posta una SS. Trinità di autore ignoto. Qui è stato posto anche un battistero, con colonnina scanalata elicoidale sotto una vasca monolitica in profido dell'XI secolo. Sull'altare del transetto sinistro si trova una Pietà di Antonio Stabile del 1570 dentro una ricca arcata marmorea, probabile opera di Pietro di Muro Lucano, e un secondo dipinto nella lunetta che rappresenta L'ultima Cena di autore ignoto. Nello stesso braccio è stato rimontato l'altare barocco del presbiterio. Il presbiterio, rialzato rispetto al piano di calpestio della basilica, presenta un peribolo attorno al coro su cui affacciano tre cappelle radiali. Alle pareti del peribolo si vedono capitelli cubici e tre colonne in parte scanalate, provenienti da monumenti antichi, e affreschi del XVI secolo: si riconoscono una Madonna col bambino e figure di santi, tra cui san Francesco d'Assisi, san Girolamo negli stipiti della nicchia e san Pietro con una epigrafe. Le tre cappelle romaniche con volte a crociera sono dedicate la prima a san Michele arcangelo, con un'opulenta decorazione barocca, una statua del XVII secolo dell'Arcangelo e una statua lignea di San Rocco, un'elegante balaustra di Anton Ludovico Antinori del 1754 e, nell'altare, due statuine lignee sotto campane di vetro; la seconda a san Mariano, con reliquie del santo e una statua lignea dorata del 1613; la terza a san Canio, con altare barocco e busto ligneo del santo del XVII secolo, che racchiude quello in pietra dell'VIII secolo. Sotto il presbiterio è la cripta, o cappella Ferrillo, consacrata nel 1524, importante testimonianza del Rinascimento, rifatta sul modello della più famosa cripta del Succorpo di San Gennaro nel Duomo di Napoli, di Tommaso Malvito di Como. La cripta consta di uno spazio quadrato in cui quattro colonne centrali con alti pulvini decorati sorreggono la volta a crociera ribassata a nove campate. Di fronte all'ingresso è situato un piccolo altare sormontato da una nicchia che contiene il sepolcro della famiglia Ferrillo attribuito a Francesco da Milano, con i ritratti di Giacomo Alfonso Ferrillo e Maria Balsa. Le pareti sono ricoperte in basso di affreschi, recentemente restaurati, di Giovanni Todisco da Abriola, che rappresentano S. Andrea, S. Girolamo, l'Adorazione dei Magi e infine la Donna dell'Apocalisse e in alto presentano lesene scanalate. Nella volta ancora affreschi di Giovanni Todisco da Abriola con gli Apostoli, i quattro Evangelisti e nei tondi San Francesco, Sant'Antonio, San Bonaventura e San Domenico basso e in alto. A sinistra dell'ingresso è collocata un'acquasantiera che contiene un rilievo con quattro pesci. La cripta e la cattedrale stessa fanno molto pensare ai Cavalieri Templari. Gli elementi di interesse di questa maestosa chiesa, sede arcivescovile dal 1059, anno in cui il Concilio di Melfi sancì l’alleanza tra Papato e Normanni del Meridione, sono infatti tanti: l’assenza di croce e la presenza, al suo posto, del busto di Giuliano l’Apostata, persecutore dei cristiani; la finestrella barricata nella cripta da circa 500 anni circondata da simboli pagani; la facciata cosparsa di croci templari e con le sculture di due scimmie in fase di accoppiamento con due donne, simbolo del peccato lasciato fuori dalla chiesa;

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