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Norba Latina

  • Circonvallazione Antica Norba, 04010 Norma LT, Italia
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Description

Dionigi di Alicarnasso parla di Norba come una città latina ('Storia di Roma arcaica' lib. VII,XIII) che tra il 501 e il 496 a.C. partecipò con la Lega Latina alla guerra contro Roma nella battaglia del lago Regillo; il conflitto avvenne per riporre sul trono di Roma Tarquinio il Superbo, che trovò nel genero Ottavio Mamilio di Tusculum, città-guida della lega latina, un valido alleato. L'area archeologica conserva notevoli resti della cinta muraria in opera poligonale, con tre porte risalenti al IV secolo a.C. La città costituisce uno degli esempi meglio conservati in Italia di urbanistica a pianta regolare risalente a un'epoca piuttosto antica. Il terreno accidentato ha portato alla creazione di terrazzamenti digradanti che conferiscono alla città un aspetto scenografico. Recenti scavi hanno messo in luce significativi resti di vari edifici, suddivisi in isolati irregolari da strade parallele e ortogonali, tra cui spiccano due acropoli con diversi templi. L'acropoli maggiore conteneva il tempio di Diana, di cui permane un basamento e la cui attribuzione alla Dea ci è fornita da alcune reperti recanti una dedica. La struttura templare era divisa in pronao e cella e contornata su tre lati da un porticato a pilastri. L'acropoli maggiore conteneva anche gli uffici governativi e di rappresentanza come il Senato e la guarnigione militare. Subito a valle dell'acropoli maggiore trova luogo uno stabilimento termale in opus caementicium, col calidarium, frigidarium e tepidarium. La struttura presenta oggi un buono stato di conservazione ed è indubbiamente, assieme alle mura e alla Porta Maggiore, la parte meglio conservata della città antica. L'acropoli minore, la parte più antica, conteneva due templi, entrambi a base rettangolare. La loro dedica è tutt'oggi incerta, ma fu rilevato come, nel corso dell'alto medioevo, furono riutilizzati come chiese cristiane. A valle dell'acropoli minore trovano posto due domus, probabilmente legate agli alti ranghi della comunità; la domus detta 'dei semi combusti' e la 'casa del caduceo'. La prima prende il nome dai resti di semi carbonizzati a testimonianza dell'incendio che distrusse, nell'81, la città; la seconda presenta invece, una particolare pavimentazione in cotto e calcare colorato. Quest'ultima casa prende nome dal caduceo talora riprodotto in tali pavimenti. Lo stesso simbolo del caduceo sembrerebbe presente anche in alcune monete emesse sotto il consolato di Norbanus Nella zona meridionale della cittadella sorgeva il tempo di Giunone Lucina, dea protettrice della nascite e delle partorienti; anche in questo casa la certezza della dedica ci è fornita da alcune dediche su lamine in metallo. Il tempio era diviso in pronao e cella, aveva dinanzi una gradinata ed era ornato da grandi colonne scanalate che terminavano con i capitelli. I Norbani costruirono quattro porte alla città: due comode che consentissero facilmente l'accesso alla città, ma da difendere più intensamente, e altre due situate sui pendii difendibili con minime forze. La Porta Maggiore o Porta Setina, perché orientata verso sezze (Setia) e la Porta Segnina, direzione Segni, sono le porte cosiddette comode; mentre la Porta Ninfina e quella Occidentale sono quelle arroccate su precipizi. Forse nessuna delle colonie romane conserva una così bella e intatta porta come è quella Maggiore. Di evidente derivazione greca, aveva alla sua sinistra un torrione rotondo usato per colpire i soldati sul fianco scoperto dallo scudo. Per quanto riguarda l'approvvigionamento di acque, l'unica cosa certa è che Norba era alimentata dall'acqua piovana, conservata in numerosi pozzi o cisterne. I luoghi di culto, ovvero i templi, sono situati sulle alture maggiori, luoghi più in vista e dal terreno che doveva essere necessariamente vergine, cioè non edificato in precedenza. Tutti gli oggetti rinvenuti, dalle pietre sacre, alle armi, alle iscrizioni su lamine i bronzo, alle stipi votive, alle statuette ex voto, frammenti di maschere, sime, antefisse, sono contenuti nel Museo Nazionale Romano e nel Museo Civico Archeologico di Norma, con sede in Via della Liberazione.

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