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Orologio Astrario

  • Piazza dei Signori, 35139 Padova PD, Italia
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Description

In Piazza dei Signori, a Padova, sul fondo, sorge l’ex Palazzo del Capitano che ospita forse il primo orologio astronomico realizzato in Italia. Verso la metà del XIV secolo, il principe Ubertino da Carrara, signore di Padova, offrì una cattedra all’Università di Padova a Jacopo Dondi, che aveva buone conoscenze di medicina, di filosofia e di astronomia. Il Dondi (morto nel 1359), per testimoniare la sua riconoscenza al principe, si offrì di installare sul suo palazzo un orologio indicante le ore, i mesi, le fasi lunari e il corso del sole attraverso i segni dello zodiaco; in seguito a questo lavoro, Dondi ricevette il titolo ereditario di “dall’Orologio”. Nel 1390 il palazzo di Padova e, in particolare, la torre dell’orologio furono saccheggiati e il capolavoro del Dondi fu interamente demolito; non ne rimase nulla. Nel 1423, Novello Dondi dall’Orologio, discendente di Jacopo, iniziò l’esecuzione, sulla torre riedificata sulla base della porta orientale del Palazzo Carrarese, di un nuovo orologio secondo i disegni del vecchio; lavoro che fu terminato, nel 1434, da Giovanni dalle Caldiere; nel 1437 il quadrante dell’orologio fu dipinto e dorato da Giorgio da Treviso. La facciata della torre fu rifatta in pietra d’Istria da Giovanni Maria Falconetto nel 1532. L’orologio fu riparato a fondo nel 1530 e, nel 1688, l’orologiaio Giovanni Carleschi lo munì di un pendolo. Verso la fine del XIX secolo, cessò di funzionare, ma attualmente il manufatto funziona egregiamente ed è stato completamente restaurato nel 2010. L’unico quadrante esterno di circa 5,60 m di diametro, è diviso in 24 ore; si compone di cinque cerchi concentrici. Sul più grande sono iscritte le ventiquattro cifre romane, all’interno vi è una larga banda anulare blu cosparsa di stelle dorate; queste due parti, con l’emisfero terrestre che occupa il centro, sono fisse, mentre le altre tre parti, formate da tre dischi concentrici di diversa grandezza, sono mobili. Il più grande di questi dischi, che fa un giro in un giorno siderale, è ornato da undici segni zodiacali; manca quello della bilancia mentre quello dello scorpione occupa il posto di due segni. La mancanza è dovuta al fatto che i segni rappresentati si rifanno al sistema zodiacale pre-romano nel quale le costellazioni dello Scorpione e della Bilancia erano unite in una sola (che occupava quindi un maggior spazio nella fascia zodiacale). Ancora oggi infatti le due parti della costellazione della Bilancia sono dette "chela nord" e "chela sud". Al momento della sua costruzione l'orologio conteneva anche la rappresentazione della bilancia, questa fu eliminata durante un intervento di modifica operato dall'abate Bartolomeo Toffoli tra il 1787 e il 1792 che volle seguire le suddivisioni zodiacali più antiche. La tradizione popolare imputa l'assenza della bilancia ad una ripicca del costruttore nei confronti della mancanza di giustizia della committenza che volle pagargli una cifra inferiore al pattuito. Il bordo esterno del disco più grande è diviso in 360°, evidenziati di dieci in dieci con cifre arabe. Sul disco di mezzo è fissata una lancetta solare la cui punta, a forma di freccia, effettua il giro del quadrante esterno in 24 ore; il disco di questa lancetta, rappresentante un volto umano in rilievo munito di raggi fiammeggianti, si muove davanti ai segni dello zodiaco. Questo disco è montato sulla lancetta in modo tale da poter ruotare su se stesso cosicché il volto si trova sempre in posizione verticale. A causa del movimento differenziale tra la lancetta solare e il disco più grande, si può dedurre il percorso del sole tra i segni dello zodiaco. Tra i segni dello Scorpione e del Sagittario vi è una mano, l’indice della quale è diretto verso le divisioni dei giorni e dei mesi che sono riprodotte sul bordo del secondo disco. I nomi dei mesi sono scritti in latino, e le date sono riconoscibili per le divisioni alternativamente bianche e nere, indicate, di dieci in dieci, dalle cifre; i mesi hanno il numero di giorni secondo il calendario, e il mese di febbraio ha 29 divisioni. Il più piccolo dei tre dischi, il cui movimento di rivoluzione corrisponde al movimento diurno della luna, ha una apertura rotonda, posta eccentricamente, nella quale sono rappresentate le fasi lunari. Il bordo del piccolo disco centrale è diviso in 29 ½ parti, il cui punto 0 corrisponde all’apertura eccentrica lunare. Il prolungamento, verso l’interno, di uno dei raggi del disco fiammeggiante, indica l’età della luna su queste divisioni. Sul medesimo disco centrale si distinguono, partendo sempre dal punto 0, un triangolo, un quadrato ed un esagono, le tre figure fondamentali tratte dall’astrologia e che servivano, nel Medio Evo, per fare gli oroscopi. Nelle quattro aperture rotonde poste agli angoli del quadrante sono indicati il mese, la data, le ore ed i minuti. Questi ultimi si incrementano di cinque in cinque minuti.

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