Maya Wilde
Parigi, Francia
Con la Santa Pasqua le rievocazioni e i riti sacri si mescolano ai colori, ai profumi e ai sapori, in una festa del gusto che, dal nord al sud dell’Italia, resta legata alla simbologia cristiana, ai territori e ai prodotti della sua terra e della quale il tortano napoletano, con il suo grasso ripieno, rappresenta una perfetta sintesi tra il sacro e il profano.Con la preparazione del tortano napoletano, insomma, si annuncia la fine di una quaresima, durata quaranta lunghissimi giorni e, nel suo impasto, si fondono religione e magia, passato e presente, sacro e profano: il pane, quindi, per proclamare gioiosamente la resurrezione del Signore, il risveglio della natura e la gioia di poter nuovamente cedere alle seduzioni della gola.Casatiello e tortano stessi ingredienti: Farina, acqua, sale e un pizzico di lievito per l’impasto da far lievitare tutta la notte, protetto da un panno di lana. Al mattino gli altri ingredienti: sugna, cicoli di maiale, salame, pancetta, pecorino, pepe.LA DIFFERENZA TRA IL CASATIELLO E IL TORTANO È NELLE UOVA Sono proprio le uova a fare la differenza tra la ricetta del casatiello – tradizionalmente considerato il rustico caratteristico della Pasqua – e quella assai simile del tortano, che si consuma invece in ogni periodo dell’anno. Una differenza che è sostanzialmente di cottura: nel casatiello le uova cuociono intere in forno, finendo per assumere quel sapore inconfondibile di “uovo arrosto”; mentre nel tortano si utilizzano sode e tagliate a spicchi, distribuite insieme al salame e ai cubetti di formaggio sull’impasto steso a sfoglia, che viene poi arrotolato.
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