Karla Smith
Verona
Nel territorio di Campagnano di Roma, nella omonima valle solcata dal fiume Cremera, si può ammirare il complesso di edifici del Santuario della Madonna del Sorbo. Si trova arroccato su di uno sperone roccioso, dove l’erosione millenaria del fiume ha creato suggestive gole con fitta vegetazione che rendeno il luogo naturalmente ben difeso. Le prime informazioni sull’origine del santuario si ritrovano in un diploma di Ottone III del 996 diretto al Monastero di S. Alessio, dove si parla del “Castellum Quod dicitur Sorbi“; e ancora in una istanza rivolta a Innocenzo III dai monaci di S. Paolo per il recupero di vari castelli e tra questi quello del Sorbo; in ultimo lo troviamo citato in una lettera di Onorio III rivolta al monastero di S. Alessio. Il Santuario è costituito dalla chiesa e da alcuni edifici del XVII-XVIII secolo disposti su diversi livelli. Vi si accede attraverso una scalinata raggiungendo una piazzetta posta al secondo livello, e attraverso una stradina che sale fino ad una seconda piazzetta posta al terzo livello, il punto più alto del complesso, dove è stata edificata la chiesa. Il complesso è stato di recente restaurato dopo il completo abbandono e la totale rovina in cui cadde con i frati di Carmelo. Ciò che resta dell’intero complesso ci mostra tracce di trasformazioni dell’impianto architettonico originale avvenute nel tempo. L’interno ampio, poco profondo e simmetrico, ha tre navate con dieci colonne sulle quali si impostano archi a tutto sesto, costruite con blocchi di tufo. Il pavimento è formato da lastre di pietra, il soffitto della navata centrale è ligneo a capriate, mentre i soffitti delle altre due navate sono coperti con volte a crociera. Opera centrale del Santuario è una tela su legno dell’XI secolo, raffigurante una Madonna con vesti e trono gemmate, dai colori molto vivaci, in stile bizantineggiante. Il culto mariano, già presente nella chiesa medievale primitiva, fu probabilmente rinvigorito attraverso la leggenda che narra di un guardiano di maiali monco a cui la Madonna fece ricrescere la mano e gli chiese di costruire un santuario sul colle dove era apparsa. Il Santuario, oggi di proprietà dell’Università Agraria di Campagnano, è costituito dal monastero con rifacimenti sino al XVIII sec., e dalla chiesa risalente al XV sec. Al 1682 risalgono due altari su progetto di Carlo Fontana.
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