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Chiesa di Sant’Angelo a Nilo ( Cappell ...

  • Piazzetta Nilo, 80134 Napoli NA, Italia
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Luoghi religiosi
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Description

La chiesa di Sant’Angelo a Nilo, nota anche come Cappella Brancaccio, dalla famiglia che ne commissionò la costruzione, è ubicata nel cuore storico della città di Napoli, nella caotica e allegra Spaccanapoli. Il nome richiama la statua ellenistica del Nilo, posizionata su un alto basamento nell’omonima piazzetta poco distante. L'edifcio presenta due facciate, la prima su Via Mezzocannone, mostra un portale gotico in marmo, la seconda nel lato di Piazzetta Nilo, ha un elegante portale del XV secolo. Il rifacimento che diede all'edificio l'attuale aspetto è del 1709, per opera di Arcangelo Guglielmelli, l'unico elemento che risale all'antica costruzione gotico-catalana è il portale principale, su via Mezzocannone. La chiesa è a navata unica, di forma rettangolare, senza transetto e con due sole cappelle e una sacrestia, tutte situate sul lato destro. Sull’altare maggiore, si vede una splendida tela attribuita a Marco da Siena rappresentante S.Michele che caccia Lucifero. La chiesa conserva importanti testimonianze scultoree, in particolare il sepolcro del Cardinale Rinaldo Brancaccio, eseguito a Pisa tra il 1426 ed il 1428 e mandato poi a Napoli. Il sepolcro fu realizzato dal giovane Donatello, dal suo amico Michelozzo e da Pago Di Lapo. Questo straordinario capolavoro, è situato alla destra dell’altare, e ripete nell’insieme, le forme del sepolcro napoletano discendente da Tino Da Camiano: un sarcofago sostenuto da tre statue che rappresentano le virtù teologali. Il sarcofago è protetto da un baldacchino in stile rinascimentale. A sinistra dell'altare maggiore, troviamo invece, il barocco sepolcro dei cardinali Francesco e Stefano Brancaccio, dei fratelli Pietro e Bartolomeo Ghetti. All’interno della chiesa, vi è una cappella chiusa, dove secondo la tradizione, sono custodite le spoglie di Santa Candida Juniore. Da una porticina sul lato destro dell'edificio, si accede al cortile di palazzo Brancaccio fondatori della prima biblioteca napoletana pubblica, raccolta oggi nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

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