Sara Miles
Napoli, NA, Italia
Convento di Fonte Colombo, detto “il Monte Sinai francescano” perché nel 1223, dopo un digiuno di 40 giorni, San Francesco vi dettò la Regola dell’Ordine.Il santuario-convento di Fonte Colombo presso la città di Rieti è uno dei quattro santuari francescani che delimitano il cosiddetto Cammino di San Francesco nella Valle Santa reatina, insieme al convento di Greccio, al santuario della Foresta, e al santuario di Poggio Bustone (convento di San Giacomo).Il complesso conventuale è costituito da una piazzetta su cui si affacciano la chiesa consacrata il 19 luglio 1450 dal cardinale Nicola Cusano, vescovo di Treviri, e dedicata ai santi Francesco e Bernardino da Siena. Più in basso si trovano il romitorio di San Francesco, dove il santo subì l’operazione agli occhi, la cappella della chiesa della Beata Vergine, detta anche della Maddalena, le cui origini risalgono al XIII secolo, il Sacro Speco, già ricordato, dove il santo redasse la regola ed ebbe la visione di Cristo che la confermava. La cappella della Maddalena L’insediamento francescano sorse nei pressi di un castrum molto importante dal punto di vista sociale ed economico: Sant’Elia Reatino. La lunetta del portale conserva un dipinto con la Madonna col Bambino e ai lati san Francesco e san Ludovico da Tolosa. Estremamente suggestivo il chiostro posto a destra della chiesa, attorno al quale si dispongono gli edifici conventuali. Durante il XV sec., fu eretto il cosiddetto Conventino che comprendeva: il dormitorio, il refettorio e la cucina. Nello stesso secolo al convento fu annessa una fabbrica di panni dove erano confezionati i sai dei frati. Il tau sulla parete della cappella della Maddalena La facciata, in origine a capanna, fu modificata nel tardo Duecento. Sul coronamento orizzontale si erge la campanella, con la quale, secondo la tradizione, Francesco chiamava a raccolta i frati per la preghiera. Nella piccola abside è collocato un affresco in cattivo stato di conservazione con Cristo in trono, la Vergine col Bambino a destra e una raffigurazione quasi illeggibile a sinistra. Lungo la parete destra vi sono due affreschi databili tra XIV e XV sec. raffiguranti una santa d’incerta identificazione, forse santa Cuneconda, e santa Maria Maddalena. L’altra parete accoglie un affresco seicentesco con santa Chiara. Durante il restauro del 1921 è venuto alla luce, in una finestrella, il disegno in rosso del Tau, che la leggenda popolare vuole della mano di Francesco stesso. Dopo la chiesa della Maddalena si visita l’oratorio di San Michele, un ambiente a metà tra la grotta e la cappella. L’oratorio ingloba il Sacro Speco: la spaccatura nella roccia stretta e lunga che ricorda un sepolcro. Si tratta del luogo più sacro dell’eremo: tra le rocce una semplice croce in legno ricorda la presenza di san Francesco. La fenditura del Sacro Speco si sarebbe originata, secondo la tradizione popolare, con il terremoto che accompagnò la morte di Cristo. Nella grotta avvenne la sofferta redazione della regola
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