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Ferrara | Palazzo Costabili ed il Museo ...

  • Via XX Settembre, 122, 44121 Ferrara FE, Italia
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Arte, Teatri e Musei
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Description

Nelle sale di Palazzo Costabili, sono esposti gioielli, vasi, ornamenti e utensili del periodo greco ed etrusco provenienti da oltre 4.000 tombe, testimonianza dell’antica città di Spina.Situata in prossimità del delta del fiume Po, Ferrara conserva ancora oggi l’aspetto unico che le diedero gli Estensi in tre secoli di governo, fino al 1598, trasformandola da centro medioevale in una vera e propria città ideale rinascimentale. La sua struttura urbanistica, definita Addizione Erculea dal progetto di Ercole I che concepì strade longitudinali e incroci al posto della classica pianta romana, ne fanno la prima città moderna d’Europa. Proprio per questa caratteristica, Ferrara è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Mondiale dall’Umanità nel 1995.Arte e architettura rinascimentali convivono con i reperti dell’antica città di Spina nelle sale del Museo Archeologico. Al suo interno sono esposti i ricchi corredi della necropoli: ceramiche, vasi e suppellettili in bronzo, gioielli in oro, argento, ambra e pasta vitrea, del periodo greco ed etrusco, riemersi a partire dal 1922 durante le opere pubbliche di bonifica delle valli di Comacchio. La rappresentazione su mappa del territorio dove fiorì l’antica città portuale decora le pareti del Salone delle Carte Geografiche, affrescato in occasione della trasformazione di Palazzo Costabili in Museo Archeologico, avvenuta nel 1935 in piena epoca fascista. Lo scopo è di introdurre il visitatore alla scoperta dell’evoluzione del Delta del Po, l’antico fiume Eridano che con i suoi continui mutamenti di corso segnò la fortuna e il declino di Spina nell’antichità e di Ferrara a partire dal Medioevo.Testimonianza di un benessere derivante da floridi commerci tra Spina e i porti del Mediterraneo, la Sala degli ori, allestita come una vera gioielleria, grazie a una collaborazione con Bulgari, raccoglie un’amplissima rassegna di gioielli, ambre e unguentari in pasta vitrea, che ben evidenziano lo sfarzo delle aristocrazie etrusche locali tra il VI e il IV secolo a.C.Le capacità degli artigiani etruschi sono ben rappresentate anche dagli splendidi monili in ambra, spesso raccolti in ricche collane con alternanze di vaghi in pasta vitrea e oro. Il legame con l’ambra e le sue origini richiama la leggenda di Fetonte, il figlio del Sole precipitato nelle acque dell’Eridano dopo un folle volo alla guida del carro del padre. Le sue sorelle, le Eliadi, piansero abbondanti lacrime che divennero ambra.Tra il vasellame di importazione greca particolarmente gradito agli abitanti di Spina, spiccano i piatti da pesce, decorati da raffigurazioni dettagliate delle pietanze che avrebbero potuto “ospitare”. Troviamo tutti i protagonisti della tavola ittica di 2.500 anni fa, scorfani, cefali, orate, rane pescatrici, razze, seppie e calamari, ma non l’anguilla pur consumata con regolarità durante i banchetti.

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