Keila Rudiger
Washington, Pennsylvania, Stati Uniti
La Galleria Vittorio Emanuele II, anche conosciuta come "Il Salotto di Milano", è una galleria commerciale costruita nella seconda metà del XIX secolo.Il braccio principale, ugello che collega piazza Duomo a piazza della Scala, misura 196,6, l’altro, più corto, misura 105,1 metri. All'intersezione si trova lo spazio sormontato dalla cupola, chiamato "ottagono" per la sua forma ottenuta dal taglio dei quattro angoli all'incrocio delle due gallerie. Le cime delle quattro pareti derivate dal taglio sono ornate ognuna da una lunetta dipinta, larga 15 metri e di altezza massima di 7 metri, che rappresenta un diverso continente. L’Europa è raffigurata in abiti antichi e sorvegliata da un uomo alato che impugna un alloro: l'America viene rappresentata come una figura femminile circondata da afroamericani e da un indigeno; l’Asia viene rappresentata seduta su un trono e omaggiata con doni da figure dai lineamenti asiatici; l'Africa è rappresentata in abiti egizi e affiancata da un leone e un moro. Ma aldilà della storia e della sua architettura ecco la Galleria Vittorio Emanuele II: luogo di transito per affaccendati manager o di sosta per incantati e curiosi turisti, mostra il variegato volto della città con le sue numerose sfaccettature. Oggi è considerata con via Montenapoleone e via della Spiga una delle sedi dello shopping di lusso meneghino; qui hanno sede numerosi negozi di griffe e marchi prestigiosi, famosi caffè e ristoranti nonché prestigiose e storiche librerie. La sensazione, facendo i classici “quattro passi in Galleria”, è quella di entrare nel cuore della città. A partire dal suo ingresso principale, infatti, il magnifico arco ci accoglie all’interno di uno spettacolo tutto meneghino: mille modi per fare sosta in questo splendido transito tra il Duomo e il Teatro alla Scala, proprio l’idea originaria dei progettisti che volevano una via porticata che fungesse da vetrina e da passeggiata per prendere l’aperitivo o cenare dopo l’Opera. La tradizione afferma che ruotare per tre volte su sé stessi col tallone del piede destro piantato in corrispondenza dei genitali del toro ritratto a mosaico sul pavimento dell'ottagono della galleria porti fortuna. Il gesto in origine sarebbe stato eseguito come scherno verso la città di Torino, nel cui stemma è raffigurato il toro, per poi diffondersi semplicemente come rito scaramantico.
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