La Croce di Desiderio, uno dei manufatti più rappresentativi e preziosi del Museo di Santa Giulia, realizzata in legno e rivestita da una lamina metallica impreziosita da gemme, è una delle più grandi croci gemmate giunte fino a noi.La croce fu donata, secondo la tradizione, dal re longobardo Desiderio e dalla moglie Ansa al monastero, da loro stessi fondato.è ricoperta da ben duecentoundici gemme incastonate sui quattro bracci e, caso unico tra le croci note, presenta il maggior numero di gemme antiche reimpiegate, circa cinquanta, molte delle quali provenienti da precedenti oggetti di ornamento. All’incrocio dei bracci sono due grandi medaglioni dove risaltano, sul recto, il Cristo in trono a sbalzo, ritenuto opera dei secoli IX-X, circondato da quattro miniature (X-XVI sec. d.C.), e, sul verso, il Cristo crocefisso, aggiunto nel secolo XVI. Le pietre di età imperiale e tardoantica si trovano soprattutto sul verso della croce e il loro numero elevato testimonia la notevole disponibilità di materiale glittico di alta qualità che doveva provenire da antichi tesori imperiali. Le pietre ci raccontano di miti e storie fantastiche, tra esse si segnalano in particolare: un cammeo in sardonica con le Muse e uno con Pegaso, il cavallo alato, e Bellerofonte; un calcedonio in due strati con la lotta tra Ercole e Onfale, la regina della Lidia; un cammeo con una Vittoria coronata d’alloro, molto simile alla Vittoria alata presente in museo; un cammeo con un’aquila, che in età medievale veniva probabilmente interpretata come simbolo di Cristo, e un onice con il ritratto di una principessa giulio-claudia. Sul fronte, dove prevalgono invece gemme medievali, spicca il celebre medaglione vitreo con i ritratti in foglia d’oro della metà del III sec. d. C.: il medaglione riporta un gruppo famigliare, una madre con i due figli, e la scritta in caratteri greci si riferisce probabilmente al capo famiglia, Vunnerio Cerami. I pezzi attribuibili all’età altomedievale costituiscono un nucleo molto importante in quanto assai numerosi e probabilmente contemporanei alla lavorazione della croce; tra essi assumono notevole significato due pseudo-cammei a doppio strato (metà VIII-IX sec. d. C.) e diciotto gemme in pasta di vetro decorate a stampo, realizzate nella stessa bottega. Su di esse prevalgono ritratti di eco classica, declinati nei toni del blu e del verde, colore prevalente nella decorazione della croce. Colpisce il fatto che siano invece assenti soggetti sacri. Altre rarità incastonate nella croce “di Desiderio” sono un ritratto di Federico II di Svevia, del XIII sec. d.C e due rarissime gemme, prodotte da artigiani nordeuropei, di cui esistono solo sette esemplari in Italia e di questi ben sei sono a Brescia: sono le cosiddette Alsengemme, di cui due sono incastonate nella Croce di Desiderio e le altre quattro nella Croce del Campo conservata in Duomo vecchio. Questo capolavoro dell’oreficeria altomedievale, databile nella seconda metà del IX secolo.
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