La Pinacoteca, con la sua importante collezione di opere - Raffaello, Foppa, Savoldo, Moretto, Romanino, Lotto, Ceruti, Hayez, Thorvaldsen, Pelagi, Canella e Canova per citare i nomi più noti -, è stata riorganizzata attraverso un nuovo percorso espositivo in 21 sale concepito per restituire al visitatore la complessità del Museo e delle sue collezioni mediante una riflessione sulla loro storia e sugli orientamenti critici che ne hanno determinato la fisionomia dal tardo-gotico al primo Ottocento. Il cuore della Pinacoteca è costituito dalla pittura bresciana del Rinascimento, la quale ebbe appunto tra i suoi principali interpreti Vincenzo Foppa, Giovanni Gerolamo Savoldo, Girolamo Romanino e Alessandro Moretto. A questi si affiancano numerosi dipinti ‘da cavalletto’ dei secoli XVII e XVIII con temi e generi spesso influenzati dalla pittura fiamminga e olandese: paesaggi e marine, nature morte, dipinti di animali, scene bucoliche e burlesche, ai quali si accompagnano i ritratti e le storie sacre e profane. Ancora in ambito bresciano, meritano attenzione i cosiddetti "pittori della realtà" come Antonio Cifrondi e Giacomo Ceruti, noto con il soprannome di Pitocchetto. Particolare cura è stata prestata a un’efficace integrazione tra pittura bresciana e pittura italiana, unita a un’integrazione con le arti decorative del tempo – oreficerie, avori, smalti, medaglie, vetri, placchette – collocate con pregiati esemplari lungo il percorso espositivo. A differenza dei precedenti allestimenti, si è deciso di allargare il quadro cronologico fino a comprendere la prima metà dell’Ottocento, con le grandi commissioni di Paolo Tosio, di Leopardo Martinengo da Barco e di Camillo Brozzoni.
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