Paula Thompson
Londra, Regno Unito
IL Museo della Civiltà Rurale di San Vito è sito nell'affascinante cornice del Convento dei Padri Domenicani, eretto nel 1954 grazie ad una donazione votiva destinata alla costruzione della Chiesa dell'Annunziata. I Padri Domenicani vi rimasero fino al 1809, quando il monastero fu chiuso in conseguenza alla soppressione delle corporazioni religiose. Dal 1865 l'edificio è stato la sede dell'Ospedale Civile, successivamente di un Mendicicomio e infine dell'Asilo Infantile "Greco". Attualmente, oltre al Museo della Civiltà Rurale, l'edificio ospita la Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII". Nei locali del Museo sono custoditi la storia e le tradizioni rurali locali, dove gli oggetti conservati raccontano la vita quotidiana "dei nostri nonni". Vi sono raccolti vari utensili ed attrezzi che testimoniano le attività svolte dall'uomo tra il XIX secolo e la prima metà del XX secolo. Sono infatti rappresentate tutte le classi lavoratrici: i contadini (il cui lavoro è ampiamente testimoniato dai tanti attrezzi agricoli usati per arare e dissodare, per la mietitura e la raccolta), il fabbro, il falegname, il sellaio, l'arrotino, il calzolaio, ecc. All'interno dalla civiltà contadina emerge anche l'esistenza di uno spazio particolare, tutto al femminile: l'ambiente domestico, regno incontrastato della donna, luogo spesso trascurato, ma ricco di significati, segno profondo della vita familiare. Testimonianze di tale ambiente sono i vari tegami e recipienti esposti che servivano per cucinare, conservare, trasportare acqua e vino, per lavare, ecc. Tutti gli oggetti e gli attrezzi presenti nel Museo sono il frutto di una attenta ricerca tra la popolazione locale, ma sono soprattutto dono spontaneo e disinteressato di numerosi cittadini sanvitesi. Una tappa della "Strada dell'Olio Extravergine di Oliva Collina di Brindisi" è rappresentata nella sezione ospitata dal Museo che racconta la storia dell'olio di oliva, dell'arte legata alla sua produzione e della cultura contadina come preziosa eredità per le giovani generazioni. Visitare il Museo è una buona occasione per ricordare e riflettere su ciò che è stata la civiltà rurale, custode dei grandi valori dell'umanità.
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