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Collezione Titta Ruffo

  • Via Palestro, 40, 56127 Pisa PI, Italia
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Arte, Teatri e Musei
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La Collezione Titta Ruffo è una raccolta di costumi e oggetti di scena appartenuti al famoso baritono Titta Ruffo, donati al Comune di Pisa dal figlio, dopo la scomparsa del padre. Il materiale è esposto nella seconda galleria del Teatro Verdi di Pisa. itta Ruffo nasce a Pisa il 9 giugno 1877, nella popolare via Carraia (oggi via Volturno), da una famiglia di artigiani del ferro. A diciotto anni scopre di possedere non comuni attitudini canore e si trasferisce a Roma dove il fratello Ettore studia musica e il flauto. È ammesso al Conservatorio di Santa Cecilia, nella classe di canto di Venceslao Persichini, tra i più insigni maestri dell'Italia umbertina, ma crescenti incomprensioni e contrasti con docenti fanno sì che egli, dopo sette mesi, abbandoni il Conservatorio. titta_ruffoNell'autunno del 1897 va a Milano dove il concittadino baritono Lelio Casini lo accoglie affettuosamente e gli impartisce proficue lezioni. Dopo il debutto, a soli ventun'anni, nel ruolo dell'Araldo in Lohengrin al Teatro Costanzi di Roma, assurge presto a protagonista nei massimi teatri lirici del mondo: in Italia e in Europa, in Egitto, in Russia e nelle Americhe, da New York a Buenos Aires. Poco più che trentenne, nel primo decennio del secolo egli gode già di solida fama internazionale.È il baritono per antonomasia: interprete dalla personalità marcata e dal linguaggio incisivo, ha una voce inconfondibile per smalto e colore, scura e bronzea in tutta la gamma, e in più dall'estensione capace di abbracciare ben diciassette note compreso il do tenorile. A Pisa debutta nell'agosto del 1898 al Teatro Politeama nei panni del Conte di Luna nel Trovatore di Verdi e in quelli di Lord Ashton nella Lucia di Lammermoor di Donizetti. Ritorna a Pisa nel 1901, al Teatro Nuovo (poi Verdi) come Jago in Otello e Don Carlo in Ernani, e infine nel 1925 per due recite straordinarie di beneficenza con l'Amleto di Thomas riportando un grandissimo successo. Con quest'opera saluta i suoi concittadini e tale evento viene immortalato su una lapide posta nell'atrio del Teatro. costumi di scena sono in tutto 43, ai quali vanno aggiunti accessori, armi bianche da scena, gioielli, parrucche, caricature, fotografie, spartiti, libri, eccetera. A partire dal 1999 i materiali sono stati restaurati, studiati e catalogari dall'Ente del Teatro Verdi di Pisa. L'esposizione per ragioni conservative ruota periodicamente (circa ogni due anni) e i costumi esposti attualmente sono sediciColpito dall'assassinio del cognato Giacomo Matteotti, più volte boicottato dal regime fascista, segnalato all'estero come sovversivo, Titta Ruffo decide di lasciare l'Italia per non cantarvi mai più. Si esibisce ancora all'estero, fino alla sua ultima opera, Tosca, a Buenos Aires nel 1931, e al concerto d'addio del 1935 a Nizza. Nell'ottobre del 1937, a Roma, dov'è tornato per una visita ai familiari, viene arrestato e privato del passaporto. Scarcerato dopo tre giorni.

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