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Napoli e la Madonna delle Mosche

  • Via Galileo Ferraris, 102, 80146 Napoli NA, Italia
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Luoghi religiosi
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La chiesa di San Carlo Borromeo alle Brecce nasconde una preziosa curiosità, che meriterebbe invece una visita. Si hanno pochissime notizie dell' antica chiesa dedicata a S. Carlo Borromeo. Si sa che fu eretta alla fine del 1800 lungo il tracciato di via Brecce a S. Erasmo ed è per questa sua localizzazione che fu denominata " S. Carlo Borromeo alle Brecce ". Divenne chiesa parrocchiale nel 1931 quando i vasti territori iniziarono ad essere divisi in più parrocchie. Fu in seguito bombardata durante il 2° conflitto mondiale il 17 luglio 1943. Per qualche anno la comunità rimase senza un adeguato luogo di culto e i residenti furono costretti a recarsi alla vicina parrocchia di S. Erasmo. Da allora, della vecchia chiesa parrocchiale, non resta che un Rudere appena visibile da via Galileo Ferraris, all' altezza dell' ex area della Manifattura dei tabacchi. In seguito, nel dopoguerra, si decise di utilizzare come luogo di culto la vicina chiesa dedicata a S. Maria di Costantinopoli alle Mosche. Cosicché la nuova chiesa parrocchiale assunse questa denominazione: S. Carlo Borromeo alle Brecce in S. Maria di Costantinopoli alle Mosche. Una leggenda racconta che durante l’epidemia del 1527, la Madonna di Costantinopoli apparve ad un’anziana donna, promettendole la fine della peste, e chiedendole di erigere un tempio lì dove avrebbe trovato una sua immagine dipinta su un muro. Rinvenuta questa nel martedì di Pentecoste del 1529 lungo le mura di cinta sotto la rocca di Caponapoli, vi fu edificata una cappella dedicata a Santa Maria di Costantinopoli. In seguito, per allontanare il pericolo di una nuova epidemia, si decise di costruire una chiesa più grande lungo il tracciato di via Costantinopoli. Il famoso detto napoletano ’A Madonna t’accumpagna si addice quindi pienamente alla Madonna di Costantinopoli, perché esprime visivamente la sua missione di Madre che vigila sul cammino dei figli.La prima immagine della Madonna di Costantinopoli, custodita nell’antica chiesetta, andò distrutta in epoca imprecisata, ma al suo posto verso il 1850, ne fu dipinta un’altra con alcune mosche, donde il titolo di Santa Maria delle Mosche. Questo titolo è giustificato da un’ antica tradizione: nel 1650 il luogo era parte delle paludi napoletane, dove confluiva l’antico fiume Sebeto, al Ponte della Maddalena. Essendo una zona molto fertile e ricca di acquitrini, furono favoriti alcuni allevamenti locali di bufali, che naturalmente portano con sé numerosi insetti. In quel periodo era avvenuta una eccezionale invasione di grosse mosche, così gli ortolani, già spaventati dalle numerose epidemie di quel secolo, si rivolsero alla Vergine di Costantinopoli per essere liberati da quegli insetti tanto molesti alle persone e dannosi ai campi. Avendo ottenuta la grazia, essi curarono di tramandare il prodigio ai loro posteri, e fecero dipingere l’immagine con delle mosche, per ricordare in futuro il favore ottenuto.

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